David Bowie Live in New York
Myriam Santos, DAVID BOWIE – LIVE IN NEW YORK, PowerHouse Books, 2003
Hardcover, 160 pagg, 241x191x25 mm, 726 gr, $ 150,00 [lingua inglese]
Premessa

Photo by Myriam Santos
The reason I ever picked up a camera was because of David Bowie. Without doubt or hesitation, I can say that. His songs and his visuals have inspired me more than any other artist’s. Myriam Santos (11 Gennaio 2016)
Troppe cose ha prodotto David Bowie. Troppe le collaborazioni artistiche con cantanti, pittori, fotografi… Troppe sono state anche le interviste rilasciate, gli indizi criptici disseminati nelle sue opere musicali, i testi ambigui, i vestiti di scena indossati, le versioni interpretate delle sue canzoni, ma anche troppi i video caricati sulla rete. Tutto quanto era davvero troppo per venire assorbito e fruito appieno nel momento in cui veniva rilasciato. Anche in questo momento presente, che tra qualche istante sarà già passato, si può continuare ad analizzare il suo lascito, interpretarlo, diffonderlo. Forse non basterà la vita di ciascuno di noi, e probabilmente nel corso dei prossimi anni continueranno ad emergere nuovi dettagli, per osservare inedite sfumature, per creare nuovi collegamenti.
Così succede di soffermarsi su un singolo momento della vita di questo artista e scoprire qualcosa di nuovo. L’occasione può essere per qualcuno scontata, forse per altri insignificante, ma sicuramente curiosa e significativa per chi ne coltiva la vera passione.
Ecco perché mi è sembrato che valesse la pena recensire questo libro fotografico poco conosciuto. Uscì nel 2003 ma non ottenne una grande distribuzione, specialmente in Italia. Per rendere l’occasione più ghiotta a voi che leggete, ho deciso anche di contattare l’autrice delle notevoli foto contenute in questa pubblicazione, che ancora una volta ho scoperto essere materialmente realizzata in Italia da una casa editrice americana. Dopo la mia recensione potete dunque leggere l’intervista che ho fatto a Myriam Santos. Le sue risposte a volte sono secche e sintetiche, ma questo non vuol dire che esse siano meno dense di significato. Spesso chi usa poche parole (e probabilmente non è un caso per chi decide di imbracciare una fotocamera e comunicare attraverso di essa) le carica di maggiore valenza. Ecco dunque per esempio che quando la mia interlocutrice spiega molto brevemente quale era stata la sua prima impressione nel conoscere Bowie, la sua risposta risulta più profonda se si considera la citazione che ho riportato in apertura di questo articolo.
Recensione
AN EARTHLING IN THE CITY (OF NEW YORK)

Photo by Myriam Santos
Il BOWIE THON fu uno strascico inaspettato dell’Heathen Tour. Ottobre 2002: cinque date in altrettanti teatri nei cinque distretti di New York City. È lo stesso David Bowie che nella prefazione a questo ottimo libro fotografico ci spiega dettagliatamente le circostanze che lo portarono a esibirsi in meno di 10 giorni dentro i confini della metropoli americana (diventata all’epoca sua residenza fissa da circa un decennio). Questa volta non c’è l’altisonante nome di un prestigioso fotografo ad immortalare i backstage e le esibizioni della famosa rockstar, ma una giovane artista di origini argentine. Myriam Santos lavorava da qualche tempo nel settore, e soprattutto aveva già scattato alcune foto a David nell’autunno del 2001, in occasione di un’anteprima giornalistica sull’album Heathen (in largo anticipo, visto che poi uscì solo nel giugno dell’anno successivo). Nel corso dei successivi dieci anni Myriam ha immortalato importanti personaggi del cinema e della musica, da George Clooney a Trent Reznor, da Robert Smith fino all’emergente cantante Andra Day. Qui invece i suoi scatti, esclusivamente in bianco e nero, documentano l’attività dal vivo di un David molto rilassato e perfettamente a suo agio. Bowie in quel periodo aveva infatti un notevolissimo affiatamento con la propria band. La bassista Gail Ann Dorsey e il batterista Sterling Campbell collaboravano con lui dai tempi di 1.Outside, mentre i primi contributi di Mike Garson ed Earl Slick avevano radici addirittura negli anni ’70. Le new entries erano il chitarrista Gerry “Spooky Ghost” Leonard e la polistrumentista Catherine Russel, invece Mark Plati era entrato alla corte del Duca Bianco nel 1997. Forse non saranno stati i collaboratori musicalmente più importanti nella sua carriera, ma umanamente e professionalmente hanno ricoperto un ruolo fondamentale. E infatti non vi è dubbio che sono stati proprio loro (solo Plati era assente), dopo la scomparsa di David, a regalarci l’omaggio più toccante e sincero sul palco dei Brit Awards 2016, assieme alla giovane cantante Lorde. Ecco dunque che la prima metà abbondante del libro ci propone le immagini di David e dei suoi musicisti esclusivamente nelle prove, nei preparativi nei camerini e negli altri momenti che precedono le esibizioni. Qualcuno potrebbe provare rimpianto dei favolosi e teatrali tour degli anni ’70, perché quello del 2002 è invece un Bowie che dimostra di aver gettato tutte le sue maschere e di essersi spogliato delle proprie nevrosi passate, in favore però di energiche esibizioni dove dimostra di divertirsi un mondo insieme alla fidata band. Questo è il Bowie che viene qui ritratto: un terrestre molto umano, felice di aver dimenticato gli eccessi, e che attinge al suo impressionante repertorio musicale.
Myriam Santos ci regala uno sguardo intimo, personale e ravvicinato. Numerosi sono gli scatti dove possiamo vedere David dentro gli spazi dei teatri che vanno oltre quelli dello palco: consumare pasti con la sua crew, chiacchierare, scherzare oppure esplorare il punto di vista dei futuri spettatori tra le fila di sedie vuote. Poi, nell’ultima parte, finalmente vengono documentate le vere e proprie esibizioni: grande classe, sobrietà, il trasporto dello spettacolo. Infine alcune immagini di un David post-concerto, in accappatoio, con lo sguardo stanco ma soddisfatto. I fan che possiedono, o che riusciranno a possedere, questo volume (abbastanza raro, e conseguentemente costoso) al quale ha collaborato anche il grafico Rex Ray, possono avere tra le mani forse l’unica pubblicazione fotografica ufficiale del David Bowie più autentico in tour (anche se con lui non si poteva mai essere sicuri). Come si diceva prima niente maschere degli anni ’70, ma anche nessuna ubriacatura derivante dal successo di massa degli Eighties, in un cammino che di lì a poco lo avrebbe infatti portato verso la sua attività live intitolata, non a caso, A Reality Tour. E probabilmente anche a questo è dovuto un altro fatto importante. Nel libro sono incluse addirittura alcune immagini di Coco Schwab, l’assistente-ombra che, in tantissimi anni di fidato servizio, non era mai probabilmente comparsa su “carta fotografica ufficiale”.
È solo un peccato che in questo libro non sia stato accluso lo scatto con David di spalle, che tiene per mano il bambino della fotografa, mentre gli mostra la platea di un teatro vuoto. Myriam Santos ci avrebbe regalato un altro piccolo frammento del lato umano di questo grande artista. Ma forse sarebbe stato troppo! Ad oggi Live in New York rimane l’unica pubblicazione editoriale che documenta con immagini l’attività live del Bowie più recente. Arricchita dal commento del protagonista. Non poca cosa davvero.