DAVID BOWIE – ANTOLOGIA DI TESTI CON TRADUZIONE A FRONTE, Arcana Editrice
Paperback, 225 pagg, 250x125x15mm, 262 gr, 20 mila lire [lingua inglese]
20 MILA LIRE DI CANZONI
Il prezzo pagato per quello che trovai sullo scaffale di una libreria. Nel 1982, quando l’Arcana dá alle stampe questa Antologia di testi, David Bowie si sarebbe a breve trasformato nell’artista pop e re delle masse di Let’s Dance, riempiendo gli stadi di tutto il mondo, Italia esclusa. Fino a quell’anno il cantante inglese aveva quasi ignorato il nostro paese (giusto alcune interviste e l’ospitata ad un significativo e storico servizio televisivo). E ancora si sarebbe dovuto aspettare il 1987 per vederlo dalle nostre parti su un palco.
Eppure a consolidare la sua fama esce uno dei primi e più importanti manuali per gli ancora giovani fans italiani del Duca Bianco. Era comunque doveroso, perché artisticamente parlando David nell’arco del decennio precedente non aveva sbagliato una sola virgola: un album dietro l’altro in un susseguirsi di spiazzanti quanto incredibili progetti musicali, evitando le sterili catalogazioni dell’industria discografica.
Ecco dunque riuniti in un questo volume alcuni brani scelti da ogni suo LP, con la traduzione a fronte di Daniela Mento.
Già allora era forse impossibile proporre al popolo “italico” una completa ed esaustiva raccolta dei suoi a volte sfuggenti versi: la carriera del Bowie mod nei sixties era ancora mediocre e anche troppo frammentata in 45 giri sparsi, mentre le liriche degli anni ’70 presentavano una densità ostica, unita ad una prolificità di penna ragguardevole (oltre a Pin Ups solo una manciata esigua di cover).
La copertina ritrae il clown di Scary Monsters con lo sguardo malinconico e interrogativo, l’ultima incarnazione del musicista che nell’arco di pochi anni ha collezionato più maschere e alter-ego musicali di qualsiasi collega dalla vita artistica anche più longeva.
La prefazione di Luca Majer, titolata Avendo il rock la pelle del camaleonte, traccia un interessante excursus biografico che presenta alcune importanti riflessioni sull’anomala carriera di Bowie. Si può dissentire su alcuni giudizi, ma ogni buon fan dovrebbe leggere questo breve quanto intelligente saggio, anche alla luce di tutto quello che l’ex Ziggy from Mars produrrà negli anni successivi. A Majer poi riesce (e stupisce) di fare alcuni incredibili flash-forwards.
Quelle qui contenute più che le fedelissime traduzioni sono talvolta accurate parafrasi di testi di canzoni che hanno aiutato almeno un paio di generazioni di fans a impararne a memoria i versi, oltre che a iniziare un indispensabile, quanto non facilissimo, processo di assimilazione.
Il volume si chiude con una discografia essenziale e la consapevolezza di avere letto non abbastanza. Neppure oggi, dopo l’amara conclusione di una inaccettabile morte fisica dell’Artista, non esiste alcuna pubblicazione che riunisca tutti i brani. Solo Fantastic Voyage di Francesco Donadio si avvicina un poco alla completezza, ma allo stesso tempo se ne allontana intenzionalmente preferendo l’interpretazione dei testi.
Se più o meno casualmente vi capitasse di “mettere le mani” su questa antologia, anche una vecchia copia malandata (per chi scrive il libro ha mantenuto egregiamente le condizioni iniziali nonostante le innumerevoli consultazioni), non esitate. Fatela vostra!
Matteo Tonolli